Visitare i luoghi legati alla poesia giovanile di Pier Paolo Pasolini, scoprire la sorgente originaria dei suoi sogni e delle sue ossessioni, della sua straordinaria creatività: a Casarsa e nel suo Friuli, dalla dimora di famiglia – Casa Colussi, oggi Centro Studi Pier Paolo Pasolini – a Versuta, da San Giovanni alla chiesetta di Santa Croce. Un itinerario che permette di approfondire la vicenda umana e artistica del grande poeta, scrittore e regista nel 2022 che segna il centenario della nascita. Domenica 3 aprile è in vista la seconda tappa del progetto “In un futuro aprile. Pasolini da Casarsa al mondo”, curato da Fondazione Pordenonelegge.it in sinergia con il centro Studi Pasolini: in collaborazione con PromoTurismoFVG è proprio da una visita guidata nei luoghi pasoliniani che si partirà, alle 15.30, con appuntamento per tutti a casa Colussi, dove si formeranno due gruppi. Uno inizierà la sua visita dal Centro Studi, l’altro si sposterà sul territorio, con tappa nei luoghi iconici: in origine c’è Casarsa, il paese della madre di Pier Paolo Pasolini, della prima infanzia e delle vacanze estive, e c’è Casarsa per l’ultima dimora, il piccolo cimitero dove lo scrittore riposa assieme ai suoi familiari. Nel mezzo, la chiesetta di Santa Croce, con gli affreschi di Pomponio Amalteo che Pasolini, aiutato dai ragazzi di Casarsa, cominciò a pulire e restaurare. Non distante, il piccolo borgo di Versuta che testimonia l’esperienza dell’Academiuta di Lenga furlana, e la campagna circostante celebrata nelle Poesie a Casarsa. Mentre la piccola frazione di San Giovanni è legata all’impegno politico del poeta, che qui faceva affiggere i manifesti murali da lui stesso ispirati. La visita guidata dovrà essere prenotata entro sabato 2 aprile, ore 17.30 presso Pordenone Infopoint Palazzo Badini Via Mazzini, 2, tel. +39 0434 520381 – cell. +39 335 151 6948 -email info.pordenone@promoturismo.fvg.it Per il trasferimento a Versuta, San Giovanni e al cimitero sarà necessario munirsi di mezzi propri.
E alle 18, sempre domenica 3 aprile, i due gruppi, a conclusione della visita guidata, si ritroveranno al ridotto del Teatro Pasolini di Casarsa, per scoprire il progetto 11#22 promosso dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e ospitato dal portale Italiana, realizzato a cura di Fondazione Pordenonelegge.it: si tratta di 11 video girati nei luoghi pasoliniani di Casarsa, affidati a 11 giovani poeti che raccontano i luoghi ispiratori della propria poetica. Insieme ricompongono il puzzle personale e poetico di Pier Paolo Pasolini, offrendo una attualissima panoramica di 11 significative giovani voci della poesia italiana. Introdotto da Gian Mario Villalta, direttore artistico di pordenonelegge, con Roberto Cescon, curatore della Antologia della Giovane Poesia italiana, l’incontro vedrà protagonisti con letture e interventi i poeti Maddalena Lotter, Daniele Orso e Marco Scarpa, impegnati nel progetto 11#22,.
In particolare Maddalena Lotter, con il video “Aga dal me país” [acqua del mio paese], racconta lL’acqua dolce, rigenerante e materna nella Casarsa di Pasolini e quella salata dell’alta marea veneziana: per la poetessa Maddalena Lotter trasforma la città in un «mostro mitologico» che «inspira acqua salsa fino a che il mondo di sotto e il mondo di sopra, mare e terra, non si uniscono in un unico corpo indefinito e stravolto, per espirare, poi, nel lento processo di allontanamento e nostalgia.» Daniele Orso con “Chel còur beàt” [quel cuore beato] ci riporta alla poesia Viers Pordenone e il mont (Verso Pordenone e il mondo) in cui Pasolini osserva l’inesorabile deriva del mondo rurale a favore di un nuovo – e distruttivo – avvento industriale. Similmente il poeta Daniele Orso sembra accogliere e rimodulare la stessa riflessione storica, per riaffermare la capacità resistente e tenace della sua terra -quella della Bassa friulana- contro «la pressione dei tempi: ieri alle razzie barbariche, oggi ai capannoni e ai mega-centri commerciali». E Marco Scarpa con “Tal borc l’alba sidina” [nel borgo l’alba silenziosa] ci accompagna in un confronto fra le Poesie a Casarsa di Pasolini, che risuonano delle voci e delle musiche vissute nei rari momenti di vera spensieratezza trascorsi nelle feste paesane tra Casarsa e San Vito al Tagliamento, e i «tavoli scheggiati, nel legno umile» di una vecchia osteria di Treviso vi è un ritorno alla fonte; nella socievolezza di quell’ambiente ritrova «un luogo che non si riesce a imbrigliare. La sintesi di un’idea di poesia».
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