Il direttore de Il Gazzettino ed editorialista del Gruppo Espresso nel 2003, un ventennio fa, scriveva a proposito di informazione e conflitti: “Informare è aiutare a capire oltre l’immagine, anche la più chiara. Ci aiuta la democrazia. Senza democrazia, niente informazione plurale e, senza questa, niente opinione pubblica informata”.
Un’affermazione valida per tutte le guerre, quella che l’Europa oggi sta vivendo e quella che il Premio Giorgio Lago – Nuovi talenti del giornalismo, che si distingue per stimolare negli studenti delle ultime classi dei licei l’approfondimento e l’analisi critica dei grandi “conflitti” che interessano il mondo attuale, ha scelto come tema per la quinta edizione, “L’uomo in guerra con l’ambiente. Il caso Nordest”.
Il Premio Giorgio Lago – Nuovi talenti del giornalismo, promosso dall’Associazione Amici di Giorgio Lago, anno dopo anno invita gli studenti delle ultime classi dei licei veneti a riflettere sui “conflitti” del mondo moderno, con un’attenzione particolare al contesto locale: quest’anno, per la quinta edizione, il tema è “L’uomo in guerra con l’ambiente. Il caso Nordest” (termine di partecipazione 31 marzo 2022) e riprende una delle aree di analisi di Giorgio Lago, direttore de Il Gazzettino per dodici anni e poi editorialista de La Repubblica e dei quotidiani nordestini del gruppo L’Espresso, che dimostrò sempre nei confronti delle crisi sia interne che internazionali di essere capace di uno sguardo analitico e di una lettura approfondita.
Questo approccio emerge anche nell’articolo intitolato “Guerra e informazione” del 24 marzo 2003, pubblicato sulle testate del Gruppo Espresso, in cui Lago analizzava l’informazione in relazione agli interventi militari successivi all’11 settembre 2001: “La guerra è fatta di censura, di propaganda, di segreti, di bugie strategiche e di tattici inganni. L’informazione è una guerra nella guerra, fa fatica a farsi largo. Con un paradosso moderno: più la tecnologia televisiva mostra la guerra da vicino, più la verità sembra allontanarsi a volte dallo sguardo”.
“Non basta vedere. – continuava Lago – L’immagine squarcia il velo, ma può anche risultare muta. Serve capire.
Informare è aiutare a capire oltre l’immagine, anche la più chiara. Ci aiuta la democrazia. Senza democrazia, niente informazione plurale e, senza questa, niente opinione pubblica informata, come capita nei Paesi arabi dove un sacco di gente crede che le Torri di New York siano state abbattute dalla Cia per accusare l’Islam”. E come accade in Russia, aggiungiamo oggi.
“Le parole di mio padre – spiega Francesco Chiavacci Lago, segretario dell’Associazione Amici di Giorgio Lago – sembrano scritte oggi, mentre la Russia censura i media che non raccontano la guerra come vorrebbe il governo. Consiglio ai ragazzi di rileggere gli articoli, ne abbiamo raccolti nel sito dell’associazione oltre 1.500 (http://www.associazioneamicidigiorgiolago.it/) ed è possibile effettuare la ricerca per parole chiave. È sotto gli occhi di tutti oggi quanto il ruolo dell’informazione sia centrale e, allo stesso tempo, quanto essa sia a rischio di strumentalizzazione”.
Anche il ruolo dell’Europa entrava spesso nelle riflessioni di Giorgio Lago, il 18 aprile 2003 sulle testate del Gruppo Espresso: “Veniamo da un’Europa che fino agli Anni Ottanta faceva ogni giorno calcoli del seguente tipo: un missile sovietico lanciato dalla Germania Orientale avrebbe raggiunto Londra in tre minuti. Oggi noi europei abbiamo problemi di strategia, ma ieri li avevamo di sopravvivenza. Ci siamo abituati troppo bene”. Oggi sulla difesa, sull’indipendenza energetica e industriale, sulla capacità di garantire le libertà e sulla volontà di stabilizzare il continente alla sua periferia l’Unione Europea deve cambiare marcia, ed è nuovamente un problema di sopravvivenza. È pur vero che la costruzione europea ha sempre fatto passi avanti nel contesto delle crisi, come ci insegna Lago, e i 27 ora dovranno trovare il modo di uscire rafforzati dal “cambiamento epocale” annunciato da Emmanuel Macron lo scorso 2 marzo.
Provare a guardare il mondo attraverso la lente del giornalista: è questo che il concorso chiede agli studenti dell’ultimo anno dei licei del Veneto, scrivendo un articolo giornalistico di tremila battute al massimo e dimostrando di saper utilizzare le fonti in senso critico e di possedere capacità di sintesi, di utilizzo e verifica delle fonti ed efficacia nella comunicazione.
Gli elaborati possono essere inviati direttamente dai ragazzi scrivendo all’indirizzo info@premiogiorgiolago.it, entro e non oltre il 31 marzo 2022.
Per scaricare il bando www.premiogiorgiolago.it
Informazioni: info@premiogiorgiolago.it
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